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Sebastiano Timpanaro – L’inquietudine della ricerca

Giovedì 2 marzo 2023 alle ore 17:00, presso l’auditorium Terzani della Biblioteca San Giorgio di Pistoia, si è tenuta la presentazione del libro Sebastiano Timpanaro. L’inquietudine della ricerca, recentemente pubblicato dalle edizioni del Centro di Documentazione di Pistoia nella collana dei “Quaderni dell’Italia antimoderata”.

Sono intervenuti Luca Bufarale, autore del saggio; Antonio Benci, direttore della collana degli “Antimoderati”; Andrea Fusari, presidente dell’Università Vasco Gaiffi di Pistoia. L’incontro è stato curato dal Centro di Documentazione di Pistoia, aperto a tutte le persone curiose di avvicinarsi alla poliedrica figura di intellettuale di Sebastiano Timpanaro jr.

Il libro (112 pp., €10,00) segna la nona uscita per gli “Antimoderati”, collana ideata da Attilio Mangano e Antonio Schina e diretta da Antonio Benci, e include una prefazione di Mario Bencivenni e una postfazione di Romano Luperini. Si può richiedere al Centro di Documentazione di Pistoia (tel. 0573.371.785; www.centrodocpistoia.it; cdp@comune.pistoia.it).


Sebastiano Timpanaro jr. (Parma 1923 – Firenze 2000) è stato un intellettuale dagli interessi multiformi: filologo classico di fama internazionale, studioso di linguistica e di letteratura italiana dell’Ottocento, ma anche militante nei partiti della sinistra “radicale”, e autore di numerosi interventi su marxismo e materialismo e su psicoanalisi e critica testuale che hanno suscitato un ampio dibattito non solo in Italia ma anche all’estero, specie in Inghilterra. Dalla sua scomparsa sono usciti numerosi interventi sui diversi campi della sua attività, e tuttavia mancava un testo che ne tracciasse un profilo d’insieme: il libro di Bufarale si propone di colmare questa lacuna.

In primo luogo ci si sofferma sulla formazione intellettuale, in una famiglia antifascista nell’Italia del Ventennio, con un padre fisico e storico della scienza e una madre classicista e studiosa dei filosofi antichi; successivamente viene indagata – anche con l’ausilio di materiale proveniente dall’archivio Timpanaro conservato presso la Biblioteca della Scuola Normale di Pisa – la sua attività politica: prima nel Partito socialista, poi nel Psiup e nel Pdup sino agli ultimi due decenni da “socialista (ed ecologista) senza partito”, comunque sempre all’insegna di un socialismo libertario ed egualitario.

Un capitolo del libro è dedicato alla sua interpretazione di Giacomo Leopardi, l’autore senz’altro a lui più vicino; il volume termina con una ricostruzione del pensiero di questo “filosofo non professionale” e “materialista incallito”, come amava a volte definirsi, nella sua rilettura del marxismo, che assume in lui connotati altamente “problematici”, e nella sua critica (militante, certo, ma anche fondata su una scrupolosa acribia nella lettura dei testi) ad alcune delle tendenze culturali dominanti dell’epoca, dal neoidealismo allo strutturalismo sino alla psicanalisi.

È grazie a studiosi come lui se nella seconda metà del Novecento molti hanno imparato a leggere con occhi nuovi Leopardi, a sottrarlo al cliché del poeta letterariamente dotatissimo ma chiuso nella sua malinconica cupezza, a vedere invece in lui il pensatore-poeta capace di trasformare la letteratura in un formidabile strumento di conoscenza della condizione umana: “l’attualità del Leopardi consiste nell’aver sollevato ‘gli occhi mortali incontra al comun fato’, nell’aver visto la fragilità dell’uomo di fronte alla natura senza per ciò cercare rifugio in alcuna forma di fideismo, nell’aver posto le basi di una morale consistente in una fraternità laica”.

Dalla intensa corrispondenza epistolare che Timpanaro ha tenuto con grandi intellettuali della sua epoca sono stati pubblicati carteggi con Cesare Cases, Francesco Orlando, Cesare Ramires, Carlo Ginzburg, Augusto Campana, Delio Cantimori, Romano Luperini.